venerdì 27 luglio 2012

Giovanni Pascoli e Khalilullah Khalili Confronto tra due poeti

   Giovanni Pascoli

( S.Mauro di Romagna 1855-Bologna 1912).
Pascoli sicuramente è stato un grande poeta e uomo di cultura, con una profonda conoscenza dei classici greci e latini. Ma nei suoi versi esprime i sentimenti più profondi attraverso un linguaggio semplice e musicale, attraverso immagini campestri e i suoni della natura. Per questo la sua poetica è detta “del fanciullino”. Secondo Pascoli in ogni uomo c'è un “fanciullino” capace di commuoversi e di sperimentare ogni giorno sensazioni ed emozioni nuove. Spesso tale “fanciullino” è soffocato e ignorato del mondo esterno, degli adulti, ma se si risveglia fa “sognare” a occhi aperti, fa “scoprire” il lato attraente e misterioso di ogni cosa, fa “volare” con la fantasia in mondi meravigliosi.
Durante l'ultima anno di scuola lo studio di Pascoli e di alcune sue opere mi ha ricordato alcuni aspetti culturali del mio paese, l’Afghanistan. Qui la poesia e i poeti sono tenuti in grande considerazione, le composizioni poetiche vengono tramandate non solo attraverso i libri scritti ma anche mediante la recitazione a memoria.
Uno dei poeti Afghani quasi contemporaneo a Pascoli è Khalilullah Khalili. Nonostante la diversità culturali sembra incredibile come i due poeti abbiano avuto delle vicende simili: se esaminiamo le loro biografie vediamo che entrambi persi i genitori da piccoli, entrambi hanno studiato e amato i poeti classici, nel caso di Pascoli i classici greci e latini; per Khalili i classici persiani. Entrambi sono stati dei professori universitari, il primo con un corso regolare di studi e di insegnamento, il secondo come autodidatta e grande passione per la cultura.
I padri di entrambi vengono assassinati, questo che li fa soffrire molto e segna la loro vita.
Pascoli ricorda nella poesia X Agosto, il giorno di S.Lorenzo e delle stelle cadenti, il tragico assassinio del padre Ruggero, il tema principale sono “le stelle cadenti, come messaggio di sofferenza della natura, e il dolore di una morte incomprensibile e ingiusta”.
Ma ci sono anche delle diversità tra i due poeti: Pascoli, dopo una breve esperienza di partecipazione politica in gioventù, visse isolato, mentre Khalili fu sempre uomo politico, ambasciatore e consigliere del re, conobbe successi e onori, ma anche la sconfitta della sua parte, l’amarezza e la morte in esilio.
La vita di Pascoli trascorre tra eventi quasi solo interiori, mentre quella di Khalili è piena di colpi di scena.
Quello che accomuna di più i due poeti sono l’amore per la poesia e la volontà di condividere sofferenze personali e amore per la propria terra.
Questo significa che la poesia può avvicinare i popoli di diversi culture, e creare legami di solidarietà e convivenza. Sono belle tutte le culture!.
Qui sotto ho riportato la poesia X agosto di Pascoli, una poesia di Khalili in persiano tradotta in Italiano da me.

X AGOSTO

San Lorenzo , io lo so perché tanto
di stelle per l'aria tranquilla
arde e cade, perché si gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.


Ritornava una rondine al tetto :
l'uccisero: cadde tra i spini;
ella aveva nel becco un insetto:
la cena dei suoi rondinini.


Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell'ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.


Anche un uomo tornava al suo nido:
l'uccisero: disse: Perdono ;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono.


Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.


E tu, Cielo, dall'alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d'un pianto di stelle lo inondi
quest'atomo opaco del Male!



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     Khalilullah Khalili  (Afghano  خلیل‌الله خلیلی)
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( Kabul 1907 - Islamabad 1987 ).
Fu uno dei più famosi poeti Afghani del XX secolo, ma anche apprezzato storico, professore
universitario, diplomatico e consigliere del re.
Fu l’ultimo dei grandi poeti classici persiani e tra i primi ad introdurre in Afghanistan la poesia
persiana moderna e lo stile di Nima. Fu uno dei pochissimo poeti afgani apprezzato in Iran dove furono pubblicate raccolte dei suoi versi. Pubblicò cinquanta opere di poesia, narrativa, storia e studi sul misticismo Sufi.
Molti lo considerano il più grande poeta afghano contemporaneo in lingua persiana.
I grandi poeti parlano un linguaggio universale. Le loro parole risuonano al di là di specificità di tempo e spazio. Eppure i giorni della loro vita, come per tutti noi, si svolgono in tre dimensioni: cultura, eventi storici e sensibilità personale.
Per Khalilullah Khalili questo gioco è determinato da profonde correnti trasversali: prima di tutto la cultura della lingua persiana (oggi Dari e Farsi), venerabile e ricca di musicalità, che pone in primo piano la poesia tra tutte le forme d'arte. In nessun luogo sulla terra i poeti sono più onorati.
Ma Khalili vive le circostanze storiche e le turbolenze del 20 ° secolo, la lotta in Afghanistan per la auto definizione e determinazione che hanno cambiato la vita per tutti gli afghani, compresi Khalili, con una serie imprevedibile di sbalzi di fortuna, assassinii, cambiamenti di regime, l'emigrazione di massa, devastazione totale: sono questi i caposaldi per leggere la sua vita.


بهار هفتم عمرم نگشته بود پدید 
که رفت از سر من مادر ملک سیرم

هنوز گرم بود جای بوسه‌ا‌ی که زلطف 
نهاده مادر مشفق به روی چشم و سرم

جبین عجز سرشتم رهین منت اوست 
اگر به خاک نشینم وگر به چرخ پرم

به سال یازدهم شد مرا شهید پدر 
پدر که بود به صد افتخار تاج سرم

یتیم کرد مرا این سپهر مردم کش 
.
اسیر و بی کس و بی خانمان و در بدرم


Non era ancora arrivata la primavera del mio settimo anno
Che un angelo, mia madre mi lasciò

Il bacio affettuoso che mia madre pose sugli occhi e sul viso
Conservava ancora intatto il suo calore

Se questa mia debole anima ancora esiste,
si innalzi essa al cielo o rimanga stesa sulla nuda terra
anche questo lo devo a lei

Ad undici anni anche mio padre se ne andò
Lui che era per me come cento glorie
e corona sul mio capo 

Questa natura assassina mi ha reso orfano,
Mi ha reso schiavo, perduto e senza affetti.

Tradotta da Nur nel Giugno 2012